Luigi Baldasseroni, Singolarità 2013
Luigi Baldasseroni
E’ nato a Livorno il 31 Maggio del 1958. Da sempre appassionato di pittura, ha cominciato a dipingere in tenera età. Affascinato da impressionisti, macchiaioli e post macchiaioli, le sue prime opere sono rappresentazioni di paesaggi rurali, nature morte e ritratti. Non avendo mai frequentato studi di pittori o scuole artistiche, i suoi lavori non sono mai risultati validi ma, soprattutto, non sono mai piaciuti neppure a lui! Sono innumerevoli le volte che, totalmente sfiduciato, ha riposto o gettato i pennelli ed altrettanto innumerevoli sono le volte che ha ricomprato tutto e ricominciato, tanto era forte la sua passione. L’ultima occasione per riprovare, e forse anche quella più entusiasmante, gli arriva nel 2010, dopo aver conosciuto Angiolino Montella, ritenuto dal Baldasseroni, il più interessante ed innovativo pittore labronico contemporaneo. Mentre Angiolino dipingeva, Luigi lo guardava con invidia ed il Maestro capiva che non aveva il coraggio di chiedergli di insegnarli, ma che sarebbe stato molto felice di tornare a dipingere. Allora un pomeriggio gli disse: “Lascia che sia il pennello a dipingere! Se sei un’artista lo farà da solo! Altrimenti ti divertirai comunque!” Luigi l’ha fatto e si sta divertendo!
Parlando di se Baldasseroni non pronuncia mai la parola “artista” per non mancare di rispetto a coloro che reputa tali. Egli si definisce un “artigiano del colore” che crea piacevoli soluzioni alternative ad un poster od ad una stampa. Se saranno o meno opere d’arte non sarà lui a stabilirlo, ma quello che è certo è che ora, in ogni suo nuovo lavoro, riesce a metter dentro una parte della sua “anima”. Il colore come forma di pittura, le gocce come piccole note sullo spartito. E’ così che Baldasseroni cerca di avvicinare l’osservatore. Un gioco armonico e suadente, totalmente privo di arroganza, che ci permettere di scegliere. L’opera non è sua, ma di noi che la guardiamo! Ecco forse il più grande merito di questo “artigiano” livornese, che nella sua assoluta semplicità, cerca di creare piacevoli accostamenti cromatici che non ci lascino indifferenti.
Luigi Baldasseroni, Caos 2013
Luigi Baldasseroni ha lo studio in Via del Littorale 70 nello scantinato di casa sua, unico angolo lasciato a sua disposizione dai familiari.
Luigi Baldasseroni, Colors 2013
“I colori accostati”
La pittura come semplice rappresentazione di sovrapposizioni colorate. Ecco la modesta ricerca del bello ma, soprattutto, dell’armonico, caratteristica predominante della nuova produzione di Luigi Baldasseroni nel 2013. Le opere appaiono legate in modo imprescindibile alle loro cornici (appositamente studiate e prodotte dall’artista stesso) tanto da poter essere ritenute anch’esse parte dell’opera. Lo sfondo bianco, immacolato ed immoto, sul quale esse si stagliano è il mondo nel quale esse vivono! Addirittura sembra necessario e forse indispensabile, per far capire ed assaporare all’osservatore il momento unico e completamente astratto dalla confusione odierna, nel quale le opere trovano la loro ragione di esistere. In questo mondo bianco, che oltretutto contribuisce ad illuminare di luce naturale le opere, l’osservatore può bearsi, nell’astrarsi da tutto il resto che lo circonda, per gioire dei soli semplici e puri accostamenti cromatici. Baldasseroni non pretende nulla e non ci chiede nulla! E questo ci mette a nostro agio mentre osserviamo le sue opere, lasciandoci il tempo di decidere serenamente se continuare a farlo oppure no. Ma la caratteristica veramente predominante di questa nuova produzione è la scelta di lavorare con solo cinque colori “pieni” e mai mescolati fra loro, neppure durante la lavorazione dell’opera. Baldasseroni in questo periodo usa solo il bianco, il giallo, il rosso, l’arancione ed il blu notte. Dipinge a pennello pieno o ”gocciolando” usando un solo colore per volta senza mai miscelare un colore con un altro ed addirittura attendendo che i colori si asciughino prima di andarci sopra con altri. Questo comporta che solo i vari accostamenti e le varie sovrapposizioni posso determinare il piacere cromatico del quadro. Questo è anche un modo per attribuire grande importanza ad ogni singolo colore, addirittura ad ogni singola pennellata. Non solo l’intero quadro, ma anche i singoli colori utilizzati manterranno così la loro essenza originale ed incontaminata e quindi tutte le pennellate e tutte le gocciolature vivranno di vita propria ed ognuna racconterà per sempre la sua storia. Tante piccole storie, uniche ed irripetibili, che rapiscono il nostro sguardo costringendoci a continuare ad osservare. Forse è proprio questo il miglior pregio della nuova vena artistica di Baldasseroni: lasciare che l’osservatore decida per conto suo, senza costringerlo od aggredirlo con raffigurazioni emblematiche o contorte, ma semplicemente solleticandone la fantasia e lasciando ad ognuno di noi le mille interpretazioni possibili e forse anche, guidandoci ed accompagnandoci per mano, verso quelle che ci appariranno via via come le più piacevoli e questo proprio utilizzando solo l’armonia degli accoppiamenti cromatici. Così come un compositore scrive diversamente la sua musica a seconda che desideri rappresentare gioia, calma, terrore od incertezza, Baldasseroni sembra accostare i suoi cinque colori con l’intento di trasmettere un’armonia che ci conduca verso la nostra personale interpretazione dell’opera, ma che sia anche quella che più ci aggrada e più ci piace e quindi, tutto sommato, riuscendo anche a trasmettendoci, inconsapevolmente o meno, una palpabile sensazione di serenità e fiducia.
Luigi Baldasseroni